BERLIN 4
BERLIN 4
Nella capitale tedesca la mostra dei rappresentanti della figurazione italiana scelti dall'agenzia di eventi d'arte " La Maya Desnuda"
Diciotto Artisti italiani hanno esposto a Berlino alla Reuss Galerie
Provenivano dalle più diverse aree geografiche d'Italia e rappresentavano esempi di qualità della pittura figurativa nel nostro Paese; sono i diciotto artisti presentati dal critico d'arte Silvia Arfelli che hanno dato vita alla mostra "Berlin 4" presso la Reuss Galerie di Berlino, in Auguststrasse n. 2/a.
L'Auguststrasse è la "strada delle gallerie", sita accanto all''Isola dei Musei e alla Porta di Brandeburgo, uno scenario prestigioso per diciotto artisti che hanno rappresentato l'arte figurativa quale unico, vero linguaggio unificante, eredità delle grandi esperienze della storia artistica italiana che affonda le proprie radici nelle unicità rinascimentali, e di cui ogni artista conserva tracce nella propria formazione e nel proprio operare.
L'esposizione faceva parte di un progetto cominciato anni prima legato al 150° dell'Unità Nazionale che, dopo avere portato gli artisti italiani a Parigi, ha successivamente scelto Berlino come meta di questo insolito e affascinante tour (che ha proseguito poi con Londra per giungere successivamente a Bruxelles, cuore dell'istituzione europea) perchè l'anniversario dell'unità d'Italia era il pretesto per riportare l'attenzione dei partner europei sulla particolarità dell'arte italiana e per aprire ad essa nuovi mercati.
Naturalmente per gli artisti presenti in mostra, la figurazione si è declinata in tecniche, modi e stili diversi, ma tutti sono stati selezionati in quanto portatori di un loro messaggio e di una proposta artistica degna di nota: si spaziava dalle ricerche stilistiche del forlivese Aldo Aprile che, in maniera inconsueta, utilizza lo stucco veneziano, fino a quelle estremamente suggestive che Cristiano Baggio di Treviso conduce fra forma e materia, per approdare al mondo affabulatorio della comasca Carmen Battaglia. Un altro trevigiano, Gianni Bonin, piega a forme nuove e sorprendenti materie come l'alluminio e l'acciaio, mentre Margherita Ceribella di Vicenza ha proposto istantanee in bianco e nero che conservano l'evanescente patina del tempo, un elemento sul quale, in modo diverso, ha insistito anche Gugliemo Girolimini di Jesi. Legate ai temi e agli stili dell'espressionismo tedesco le opere della milanese Elena Menga, cui si sono contrapposte quelle di Sabina Milanic di Gorizia che proponeva opere costruite da segni germinanti di energia. Giancarlo Muzzolon di Aosta ha ammantato i suoi dipinti del mistero legato ad antiche soglie da superare, lo stesso mistero che si è respirato nelle amosfere sospese dei paesaggi di un mare antico dipinto da Gilberto Piccinini di Milano, così come un'altra milanese, Pamela Rota, ha proposto un linguaggio pop imprevedibile nelle forme e ridondante cromaticamente. I paesaggi dell'imolese Marilena Sandrini si sono risolte nell'originalità della costruzione e nell'intensità dei colori, mentre nel mondo onirico della siciliana Elvira Signorino la sintesi segnico-grafica trasmette l'evanescenza di un sogno. La monzese Paola Elsa Tagliabue ha proposto una pittura che, fra figura e astrazione, aveva la concreta possenza di un tessuto cromatico ricco di impasti e di materia, cui si sono contrapposte le opere di due artisti come i forlivesi Alfonso e Nicola Vaccari, esponenti della Nuova Figurazione. Alba Zanetti di Treviso ha proposto la delicatezza intima e sospesa dell'acquerello, mentre i paesaggi suggestivi e allusivi di Maria Zimari di Alessandria e quelli più espressionisti e surreali di Stefania Zini di Reggio Emilia, hanno chiuso un campionario espressivo ricco di spunti e che costituice un interessante esempio della creatività italiana.
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